RASSEGNA STAMPA

IL SECOLO XIX - Violenze a Bolzaneto, 44 condanne

Genova, 6 marzo 2010

LA SENTENZA Dl APPELLO A GENOVA
G8, tutti condannati a risarcire le vittime
«Torture a Bolzaneto». Puniti in 44, molti prescritti

Sentenza di secondo grado sui pestaggi aí noglobal nella caserma di Genova Bolzaneto, avvenuti durante il G8 del luglio 2001: i giudici hanno ribaltato tutto, accogliendo la tesi accusatoria delle torture e dichiarando «responsabile» ogni imputato. In primo grado ne erano stati assolti 30 su 45. Il generale della Penitenziaria Oronzo Doria è «responsabile» ai fini civili. Prescritto, ma responsabile, Alessandro Perugini, il vicequestore divenuto celebre poiché diede un calcio in faccia a un ragazzino immobile nel corso dei tafferugli. Per la prima volta, sul G8, paga un ufficiale dei carabiníeri. E' Gian Marco Braini, responsabile del servizio vigilanza delle camere di sicurezza: dovrà rimborsare un bel pò di vittime.

Violenze a Bolzaneto, 44 condanne
G8 di genova, ribaltata la sentenza di primo grado
In molti casi è intervenuta la prescrizione, ma gli imputati dovranno risarcire le vittime

graziano cetara e matteo indice

«Fate di tutta l'erba un fascio, è una vergogna». Alle nove di sera la voce di Mario Turco, ispettore di polizia penitenziaria oggi in pensione, rimbomba nell'aula della Corte d'Appello di Genova. E c'è un attimo di silenzio che segue la lettura della sentenza di secondo grado sui pestaggi ai noglobal nella caserma di Bolzaneto, avvenuti durante il G8 del luglio 2001: i giudici hanno ribaltato tutto, accogliendo la tesi accusatoria delle torture e dichiarando «responsabile» tutti i 44 imputati. In primo grado ne erano stati assolti 30.
Non deve ingannare la raffica di proscioglimenti per prescrizione. Perché tutti coloro che scampano la condanna penale a causa dei tempi lunghi, dovranno comunque risarcire le parti civili. Nel primo processo erano stati invece assolti nel merito, e quindi tenuti fuori dai risarcimenti. 
«Soddisfattissimo» si dichiara il pm Vittorio Ranieri Miniati, che con Patrizia Petruzziello condusse un'inchiesta sulla carta impossibile, per l'assenza di immagini che documentasse le (allora) presunte torture. Ma evidentemente per Maria Rosaria D'Angelo, Paolo Gallizia e Roberto Settembre che componevano il collegio (due su tre condannarono duramente i noglobal per i disordini in strada), quello tratteggiato da decine di testimoni non era un quadro di fantasia. E da ieri sera è vero che dentro quelle celle improvvisate i manifestanti furono picchiati senza motivo e umiliati, che molti verbali furono falsificati e che persino i medici si resero complici di chi compì il massacro. È una sentenza che spiazza per tanti motivi, non ultimo perché per la prima volta finiscono nel mirino alti funzionari: il generale della Penitenziaria Oronzo Doria, assolto in primo grado, è«responsabile» ai fini civili. Prescritto, ma responsabile, Alessandro Perugini, il vicequestore divenuto celebre poiché diede un calcio in faccia a un ragazzino immobile per strada nel corso dei tafferugli. Senza dimenticare che per la prima volta, sul G8, paga un ufficiale dei carabinieri. È Gian Marco Braini, responsabile del servizio vigilanza delle camere di sicurezza: assolto in tutto e per tutto nel primo processo, si salva sul piano penale grazie alla prescrizione ma è«responsabile» e dovrà rimborsare un bel po' di vittime. A pagare con loro saranno i ministeri dell'Interno per i poliziotti, della Difesa per l'Arma e della Giustizia per la penitenziaria.
I sette imputati condannati penalmente anche in secondo grado sono: l'assistente capo della polizia Massimo Luigi Pigozzi, l'uomo che divaricò la mano d'un detenuto fino a "strapparla" e fu arrestato sei anni dopo per violenza sessuale nelle guardine della questura, (3 anni e 2 mesi), gli agenti di polizia penitenziaria Marcello Mulas e Michele Colucci Sabia (1 anno) e il medico Sonia Sciandra (2 anni e 2 mesi). Pene confermate a 1 anno per gli ispettori di polizia Matilde Arecco, Mario Turco e Paolo Ubaldi, che avevano rinunciato alla prescrizione. Pagherà carissimo, anche se risparmiato sul piano penale dalla prescrizione, Giacomo Toccafondi, il dirigente medico descritto dalle vittime come "il seviziatore di Bolzaneto". I cinque pilastri dell'accusa, spazzati due anni fa, ora sono stati quindi integralmente accolti. Il primo è la tortura, ipotizzata attraverso l'escamotage dell'abuso di ufficio (che in primo grado era stato riconosciuto solo all'imputato Biagio Gugliotta e che ora, nell'impostazione della corte, è stato esteso a tutti prima d'essere dichiarato prescritto); le aggravanti di aver agito per motivi «abietti» e con «crudeltà»; il falso di quei documenti prestampati, fatti firmare con il sotterfugio ai detenuti che non ci capivano niente; la responsabilità dei carabinieri e dei vertici della Penitenziaria, come detto. I giudici hanno rivisto al rialzo tutti i risarcimenti, parte dei quali andrà a manifestanti condannati per gli scontri di piazza. Ora resta la Cassazione, mentre emette la sua sentenza Amnesty International: «Riconosciute chiare violazioni dei diritti umani. Se in Italia esistesse il reato di tortura, le sanzioni sarebbero state più dure».